Tuesday, May 01, 2007







DIARIO DI BORDO*** TRA LE ISOLE KORNADI ***Seconda puntata***

di Erminio D'Alessandro


Carissimo Romano,spero che la mail di ieri inviata da SALI sull’isola di DUGI OTOK in CROAZIA Ti sia arrivata regolarmente e che Tu abbia avuto la possibilità di trattarla per il portale.Oggi la giornata è stata stupenda, sole e mare calmo con un venticello di 7/8 nodi che ci ha permesso di veleggiare per l’intera giornata.Abbiamo attraversato tutte le isole KORNADI ed ho scattato fotografie bellissime, su un mare blu cobalto con le isole coperte di erba verde insieme a poche altre barche a vela. Intorno alle 13.00 ci siamo ormeggiati nel porticciolo di PISKERA insieme alla barca LULA ed ad una barca con equipaggio Polacco, ove abbiamo “sdiunato” termine tecnico marinaresco coniato dal comandante Marco Bovani, per indicare alcune fete di pane casereccio ancora made in Italy, guarnitre con pecorino e prosciutto che il “marinaio” NANDO ci ha riservato da Città Sant’Angelo. A Piskara, che vedrai nella foto delle barche in mezzo al verde, mio figlio Nicola ha avuto il coraggio di fare il bagno, vedi foto, con una temperatura di meno di 20 gradi centigradi, io sono riuscito solo a fare una doccia fresca sulla spiaggetta di poppa della barca. Abbiamo preso tanto sole e la pelle del mio viso mostra i segni del “marinaio di lungo corso”, vedi foto.Ti scrivo dal marina del porto di VODICE, una stupenda cittadina turistica, paragonabile alla nostra Francavilla al mare, ma incastonata in uno scenario della natura da favola a circa 8 km. A nord di SIBENICO.Questa sera è il mio turno di riposo da chef di bordo e quindi abbiamo deciso di andare a terra a mangiare una buona bistecca di carne Croata in una trattoria di mia conoscenza a poche centinaia di metri dal porto.Domani saremo diretti a sud verso le cascate di KRK ove spero di inviarTi delle fotografie meravigliose.Ti saluto con tutto l’equipaggio.Tuo Erminio
DIARIO DI BORDO - NAVIGANDO NELL'ARCIPELAGO DELLE MILLE ISOLE
di Erminio D'Alessandro

Carissimo Romano,Ti invio questo pezzo corredato da alcune fotografie, dal porto di SALI capoluogo dell’isola Croata di DUGI OTOK. Siamo arrivati da poco e sono a bordo della barca a vela “UNCA” un BENETEAU di 13 metri dell’armatore M. B. di un Circolo Velico di Pescara per passare una settimana in Croazia per fare “VELA” con mio figlio Nicolà ed altri amici.Siamo partiti ieri sera, 24 aprile, intorno alle ore 23,00 dal Marina di Pescara ed abbiamo fatto la traversata in notturna, circa 110 miglia insieme al BAVARIA 37 dell’armatore giornalista N. M.A circa 20 miglia dalla costa abbiamo attraversato una perturbazione, peraltro avvistata via radar, con pioggia scrosciante e mare via via crescente sino a forza 3/4 , poi, in prossimità della costa Croata è tornato il bel tempo. Ho avuto la fortuna di fare il turno al comando prima dell’alba e ciò mi ha consentito di gustare il sorgere del sole sul mare … semplicemente spettacolare.Ieri sera ho preparato una “frugale” cena per l’equipaggio a base di crudo di scampi “vivi” e alici con un “primino” si gnocchi al sugo di scampi e calamari, riscuotendo un lusinghiero successo. Questa sera preparerò un risotto ai moscardini, un pezzo classico in barca.Abbiamo in programma un giro intorno alle isole Incoronate e, se il tempo ci assiste, navigheremo alla scoperta degli angolo più belli e nascosti di queste isole che, fuori stagione, sono stupendi.Collegamento INTERNET permettendo, cercherò di inviaTi in tempo reale foto e pezzi.Ti abbraccio. Erminio

Friday, September 08, 2006

“Navigando” alla scoperta della Spagna in “moto”
appunti di viaggio, parte seconda: Barcellona (1)

testi e foto digitali
di
Erminio D’Alessandro

Scrivere di Barcellona in una cartella via web non è un’impresa possibile, scrivere di Barcellona in maniera soddisfacente è cosa da professionisti, non posso quindi che trasmettere, ai lettori di questa rubrica, che alcune sensazioni attraverso poche righe e qualche immagine. Siamo a martedì 8 agosto, la nave entra nel porto intorno alle 15 e 40, un leggero maestrale appena mitiga il sol leone e il termometro è posizionato intorno ai 34 gradi. L’attività portuale è intensa, diversi i traghetti delle linee interne in arrivo e partenza, sulla funivia che attraversa l’intera area portuale due cabine vanno e vengono in continuazione piene di turisti. I quasi 40 minuti di attesa per lo sbarco non passano mai, finalmente dal buio del ponte inferiore passiamo al sole accecante della banchina, una breve fila e poi in strada fuori dai cancelli del porto. Con l’ausilio del navigatore satellitare in pochi minuti raggiungiamo l’hotel prenotato via Internet, 4 stelle di recentissima costruzione. Tutto ok, la prenotazione è regolarmente registrata e ci vengono assegnate immediatamente le stanze al primo piano, ampie e confortevoli con un arredamento classico e moderno al tempo stesso, di grande gusto architettonico, aria condizionata. Gli ingredienti per una buona vacanza ci sono tutti. Intorno alle 19 ci riuniamo nella hall per pianificare la serata: nessun dubbio il miglior locale dove di mangia mentre si suona, canta e balla il flamenco. Fatta la prenotazione attraverso la reception dell’hotel per le ore 21.30 ci tuffiamo nel cuore di Barcellona. Il traffico è caotico come in una nostra grande città, ma più scorrevole rispetto a Roma o a Napoli, non vi sono auto in divieto di sosta, nessuno in doppia fila, non ci sono lavavetri agli incroci, pochissimi semafori e strade larghe, molto larghe ed a più corsie. Dopo aver visitato il complesso del pueblo espagnol sulla collina di Mont Juic, ci tuffiamo nel table de Carmen, ove, grazie all’interessamento di una giovane portiere di albergo, ci è stato riservato un tavolo in prima fila prospiciente il palco. Solitamente questi locali in cui lo spettacolo è predominante rispetto alla cena, offrono un menù modesto in tutti i sensi, invece da Carmen la cucina è raffinatissima e pur se con menù fisso, ricca dei sapori della Spagna con tutti i piatti curatissimi nella preparazione e presentazione a cominciare dal primo piatto di insalata catalana, infine una serie di brocche di profumata e fresca sangria ci ha messo subito nell’umore giusto per la serata. Il livello dello spettacolo è notevole ed all’altezza del prezzo complessivamente pagato, tra ballerini di flamenco, chitarristi e coristi, una ventina di elementi dai venti ai quarant’anni, hanno tenuto la scena senza interruzioni dalle 22 sino alla mezzanotte inoltrata. Sulle pareti del locale tante fotografie con personaggi famosi, tra questi anche Marlon Brando abbracciato ad una giovane Carmen oggi sessantenne regista e scenografa dello spettacolo. Le brocche di speziata e dolce sangria volavano dalle mani dei camerieri alle mani degli avventori, il ritmo del flamenco sempre più incessante, i piedi dei ballerini per effetto del ballo, per effetto della bravura e soprattutto per gli effetti della sangria ai nostri occhi, ad un certo punto non si vedevano più, tutti gli spettatori battevano i piedi e le mani in un ritmo frenetico con un frastuono assordante a tempo di flamenco. Tutti coinvolti i trecento avventori, avevamo messo i piedi in Spagna da poche ore, ma da Carmen eravamo tutti spagnoli e già parlavamo lo spagnolo, a volte maccheronico, ma comunque efficace per farci capire con qualche sorriso “…italiani!”, è proprio vero che ci facciamo riconoscere ovunque. Ci tratteniamo nel locale sino alla chiusura, percorriamo la strada di uscita con i chitarristi di flamenco che ancora suonano e ballano sino al parcheggio. Dal table de Carmen all’albergo, a notte inoltrata, a passo di flamenco, canti e balli conditi con “olè” “hola” “viva l’espania”. Sento l’obbligo di rassicurare l’attento lettore che ben conosce il nostro mezzo di locomozione, che non ho mai preso una sbronza in vita mia, la mitica e dissetante sangria del table de Carmen, a bassa gradazione alcolica, aveva sortito solo un benefico effetto buon umore, che, accompagnato al divertimento del primo giorno di vacanza, alla temperatura gradevole ed alla vista appagante di Barcellona by night, aveva generato un cocktail vincente di allegria che aveva coinvolto tutta la compagnia. La vita a Barcellona comincia alle due di notte, traffico in tilt come nel pomeriggio, flotte di splendide ragazze mitigano la calura con abiti succinti, leggeri e trasparenti, ma il viaggio alle spalle, la notte precedente in nave, e soprattutto gli sguardi vigili delle arcigne mogli, ci inducono, nostro malgrado, a “ricoverarci” nelle stanze di albergo e “spalmarci” sui grandi letti per primi tra tutti i clienti sotto lo sguardo stupito del portiere di notte. Il giorno dopo ci aspetta Gaudì con le sue architetture ed una giornata da 36° all’ombra, chiudiamo gli occhi e torniamo col pensiero ai viali di Barcellona ed alle “flotte” in navigazione in barba alle “arcigne”.

Dal portale www.pescaraonline.net


didascalia foto n. 1 L’Hotel VINCCI MARITIMO a Barcellona
didascalia foto n. 2 una veduta del “PUEBLO ESPAGNOL”
didascalia foto n. 3 coristi, chitarristi e ballerini di Flamenco al table de Carmen

Wednesday, September 06, 2006


I TRAMONTI D’ABRUZZO
Ripresi da un fotografo non professionista

di Romano Di Bernardo
Non occorre essere fotografi professionisti per ritrarre i tramonti della nostra TERRA. Il primo “calar del sole” in bianco e nero l’ho ripreso con una macchinetta che ora custodisco gelosamente perché mi ricorda gli anni dell’adolescenza.
Era una “Comet”, senza tante pretese, ma sicuramente valida per chi, privo di esperienza, si avvicinava al mondo della fotografia. Manovrando una levetta sopra l’obiettivo scoprii da solo che avrei potuto determinare il “tempo di posa” e così mi avventurai ad impressionare il primo tramonto dalla finestra della mia casa rivolta verso il Gran Sasso.
Fu un vero disastro. Il mio amico fotografo professionista Mario Angelone, al quale portai a sviluppare il rullino sicuro di aver fatto un capolavoro, mi insegnò i primi elementari presupposti per fare una foto decente e non sprecare inutilmente preziose pellicole solo per riprendere improbabili “composizioni astratte”.
Poi mi fece vedere uno di quei gioielli da lui usato per i matrimoni (siamo agli inizi degli anni ’60) che, paragonato alla mia “Comet”, era come mettere una “Ferrari” di fronte ad una bicicletta.

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Oggi disponiamo della fotografia digitale alla portata di tutti e quindi posso anche permettermi di scattare fotografie sbagliate, tanto non costa niente.
Ed allora ho provato a riprendere alcuni tramonti osservati dal mare e dalla collina di S. Silvestro senza la pretesa di considerami bravo e senza aspettarmi elogi da chi si trovasse a visitare questa pagina del mio Portale www.pescaraonline.net.
Mi pare che non siano uscite tanto male, anche se, ne sono sicuro, l’amico Enzo Maccarone, (collaboratore di questo sito) che si considera più bravo di me, avrà sicuramente da ridire…
Alla base di tutto, comunque, c’è l’amore per la mia PESCARA e per il mio ABRUZZO che sento in modo intenso soprattutto quando mi trovo lontano dall’Italia. Questo, del resto, è il sentimento che alberga nel cuore dei miei amici che vivono all’estero e con i quali sono in continuo contatto proprio attraverso questo mezzo di comunicazione.

(dal sito www.pescaraonline.net)

Thursday, August 31, 2006

NAVIGANDO…IN MOTO ALLA SCOPERTA DELLA SPAGNA
da http://www.pescaraonline.net/

Come promesso ai nostri 3000 qualificati visitatori mensili ritorna sulle pagine del nostro Portale il motociclista marinaio Erminio D’Alessandro con i suoi servizi della serie NAVIGANDO IN MOTO

testi e foto digitali
di Erminio D’Alessandro

Da appassionato motociclista di vecchia data, la mia prima moto risale a ben 35 anni fa (1971), mi corre l’obbligo chiarire per tutti gli amici motociclisti “integralisti” che il titolo di questa rubrica “Navigando alla scoperta ….. in moto” prende lo spunto da esperienze di navigazione in barca a vela ed a motore alla scoperta delle isole del mediterraneo.
Barche a parte, per queste “navigazioni” ho sempre utilizzato una vera moto, dal 2001 una BMW R1150RT. Quest’anno per via degli itinerari, che non prevedevano sgroppate da centinaia e centinaia di chilometri, ho scelto la praticità del TMAX500 che definire scooter o meglio maxi scooter è certamente più corretto, ma forse riduttivo, per cui nel titolo della rubrica rimarrà la definizione di “moto” e chi ha guidato un TMAX almeno una volta, non avrà nulla da ridire.

La mia prima vacanza in moto nel Gargano (su una Yamaha XJ550), risale al 1981, da allora più volte la Sardegna, la Corsica, la Croazia, la Francia, l’Austria e la Germania. Dal 1991 ho avuto la possibilità di fare le vacanze in barca, con il Gruppo Sailing Islands, prima meta le isole Tremiti (su un Dehler 36 noleggiato dalla Sun Sea di Pescara), poi tutte le isole del mediterraneo e più volte la Grecia. La vacanza, da allora, non è più tale, senza una moto o una barca.
Lo spirito di corpo che unisce i motociclisti è molto simile a quello dei dipartisti (leggi velisti), che, pur non conoscendosi, di paesi diversi, di diversa lingua, si salutano sempre quando si incrociano e si aiutano quando serve, capita con le moto nella sistemazione nel garage di un traghetto, capita con la barca per l’ormeggio in porto. E’ normale intrattenersi con gli altri motociclisti o diportisti per parlare delle provenienze, delle mete, delle esperienze di viaggio, delle moto, delle barche, delle belle donne, ecc…

A Civitavecchia, in attesa dell’imbarco per la Spagna, tra i tanti ho incontrato Antonio e Silvia, giovanissima e simpatica coppia di Potenza Picena (MC). Erano partiti di buon ora al mattino di quel lunedì 7 agosto dal paesino marchigiano e dopo più di trecento chilometri erano avvivati, intorno alle 17.00, puntualmente a Civitavecchia per l’imbarco. Niente di particolare con una maxi moto in mano ad uno “smanettane” una roba da un paio di ore, massimo due ore e mezza … sempre se arrivava. Ma Antonio e Silvia, da Potenza Picena sino a Civitavecchia, non avevano usato l’ultimo grido della tecnologia giapponese da oltre 170 cv, bensì “LA PODEROSA” simpatico nome con il quale avevano ribattezzato la loro Vespa PX125E. Immatricolata nel 1984, credo non più di 9 cv effettivi “da giovane”, stracarica con i bagagli di tre settimane di vacanze, alla velocità massima di 60/70 chilometri orari, senza la possibilità di entrare in autostrada, non aveva fatto una piega! Ma questo non è niente, quando Antonio e Silvia mi hanno fatto partecipe del loro programma di viaggio in Spagna e Portogallo con tappe giornaliere di 150/200 chilometri per oltre 3.000 chilometri in tre settimane, la mia ammirazione, condita di stupore, invidia per la loro saggia incoscienza, ha raggiunto l’apice. Ho promesso loro di citarli in questo reportage e li saluto calorosamente se leggeranno questi appunti, pregandoli di inviarmi notizie ed esperienze del loro entusiasmante viaggio in Vespa, attraverso questa testata.

La nave Eurostar Barcelona, della flotta Grimaldi, varata nel 2002 è eccellente, il personale del garage ha “drizzato” con cura e professionalità tutte le moto, assicurandole al pavimento. Ho avuto modo di gustare l’ottima cucina del ristorante di bordo e riposare in una confortevole cabina. Unica nota assolutamente stonata l’evidente emissione di centinaia di biglietti “poltrone” eccedenti la disponibilità reale, con conseguenti bivacchi di giovani “saccopelisti” ovunque, persino nei corridoi davanti alle porte delle cabine, con problemi per la circolazione, sicurezza, pulizia, ecc… Alle mie garbate proteste, il personale ha risposto con gentilezza, dichiarandosi impotente visto enorme afflusso di passeggeri con passaggio poltrona, di fatto passaggio ponte, in considerazione del periodo di ferie. Non ho voluto dilungarmi oltre circa il rispetto delle norme di sicurezza in mare, numero dei giubbetti di salvataggio, posti nelle lance di salvataggio, spazio dei luoghi di raduno, prescrizioni ed omologazioni R.I.N.A., ecc… ritenendo assolutamente improbabile che una compagnia di navigazione così importante potesse correre rischi amministrativi, civili e penali certamente rilevanti.

La navigazione è stata tranquilla sino alle bocche di Bonifacio poi un fresco maestrale, durante la notte, è andato via via intensificandosi e, all’alba, il mare era molto mosso, con raffiche di vento intorno ai 30 nodi e mare forza 6 (info computer di bordo rilanciato sui monitor interni) fortunatamente con impatto addolcito dal mascone destro della nave. L’arrivo a Barcellona, previsto per le ore 15.00, è avvenuto con circa 40 minuti di ritardo, ma sono stati necessari altri 50 minuti per svuotare tre piani di garage per poter accedere alle moto, quindi, sceso a terra a Barcellona, intorno alle ore 16.30, ho raggiunto l’hotel prenotato via web.

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didascalia foto n. 1 Antonio e Silvia con “La Poderosa”
didascalia foto n. 2 moto in attesa dell’imbarco a Civitavecchia
didascalia foto n. 3 la nave Eurostar Barcelona
didascalia foto n. 4 particolare della nave

Tuesday, August 01, 2006


“Navigando” alla scoperta delle isole in “moto”***

appunti di viaggio: CROAZIA 2006 - parte quarta: l’isola di Ugljian

testi e foto digitali
di Erminio D’Alessandro

Di fronte alla città di Zara, Ugljian è definita l’isola verde per via della lussureggiante vegetazione che quasi sommerge i piccoli paesi che da secoli si dedicano alla pesca ed alla coltivazione degli uliveti, dai quali si produce un olio sopraffino. La fortezza di San Michele, dall’alto, domina l’isola lunga e stretta situata a nord dell’isola di Pasman, anch’essa tra la terraferma e l’isola di Dughi Otok. Il terreno fertile ed il mare pescoso hanno attirato sull’isola le popolazioni, numerosi sono i conventi benedettini e francescani di comunità insediatesi sull’isola nel dodicesimo e tredicesimo secolo. La differenza della vegetazione tra l’isola di Pasman e l’isola di Ugljian è immediatamente palpabile già sull’alto ponte che sovrasta il canale tra le due isole, macchia mediterranea sull’isola di Pasman, povera di acqua, verde intenso di boschi di pini alternati a macchie di uliveti e frutteti sull’isola di Ugljian, ricca di acque. Diffusa sull’isola anche la coltivazione della vite e della frutta, numerosi i contadini che la offrono fresca, lungo le strade. Il porto di Preko, che la collega a Zara in circa 25 minuti, è sede di una importante flottiglia di pescherecci che rifornisce il mercato ittico della vicina Zara. Diversi anche i marina attrezzati per il diporto, tutti di piccole dimensioni, ma ubicati in insenature naturali con acque blu cobalto che riflettono i toni di verde della lussureggiante vegetazione. I centri più importanti sono, Ugljian (capoluogo), Kukljica, Preko, Muline, che si alternano sulla costa orientale e sulla costa occidentale, con calette di sassi e scoglio e rare calette sabbiose. Le strade interne sono ampie, spaziose e di recente sistemazione, tema questo dominante in tutta la costa Dalmata, ove il governo Croato ha investito notevoli risorse per incentivare il turismo. La ricezione turistica è assicurata, oltre che da alcuni hotel più grandi, datati al vecchio regime di Belgrado, a volte ristrutturati, da nuove costruzioni più piccole e di edilizia privata, nonché da grandi campeggi e centinaia di appartamenti privati e camere. La maggior parte di questi alloggi sono prenotabili via internet, numerose le agenzie sulla rete che propongono le diverse soluzioni, spesso le immagini a corredo non sono proprio veritiere ed i prezzi spuntati sul posto più bassi del 20 anche 30 per cento, ma ciò in bassa stagione è possibile, mentre partire senza prenotazione e cercare un posto a fine luglio o agosto può rappresentare un serio problema, quindi meglio assicurarsi via internet un alloggio certo anche tenendo conto di un sovrapprezzo.
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didascalia foto n. 1 lo scooter Yamaha sul ponte che unisce l’isola di Pasman all’isola di Ugljian
didascalia foto n. 2 lo stretto tra l’isola di Pasman e l’isola di Ugljian
didascalia foto n. 3 il traghetto che collega l’isola di Ugljian a Zara, nel porto di Preko

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Tuesday, July 04, 2006

IL PARCO DELLA PINETA DANNUNZIANA

di Romano Di Bernardo

Quando i primi abitatori della nostra costa sbarcarono alla foce del fiume Pescara, forse 3000 anni fa, trovarono sicuramente un ambiente paludoso che si estendeva per chilometri circondati e delimitati a Sud dalle colline di S. Silvestro e a Nord Ovest da quelle di Colle del Telegrafo.
Poi vennero i pescatori, forse dall’Illiria e si installarono in questo acquitrino salmastro dove le acque del fiume si mescolavano con quelle del mare e dove era possibile trovare abbastanza pesce anche quando il mare era agitato.
Intorno alla laguna c’erano boschi di pini ed altra vegetazione tipicamente mediterranea che rendevano il luogo abbastanza ricco di selvaggina e, soprattutto, d’uccelli acquatici che vi potevano svernare o nidificare agevolmente.
L’attuale parco della Pineta Dannunziana è una ricostruzione fedele dell’ambiente umido pescarese com’era in origine. Poi durante i secoli, a cominciare dalla dominazione romana (Ostia Aternum) in poi, la foce divenne un porto e iniziarono i cambiamenti a causa dell’uomo. Furono costruiti argini che delimitavano il corso del fiume ma che spesso, alle prime piene autunnali, erano superati dalle acque che allagavano gli insediamenti umani.
A terno si chiamava il fiume e Aterno fu chiamata la città che vi sorgeva alla sua foce. Poi, in epoche successive, durante le dominazioni e le scorrerie di barbari e pirati, la città fu raccolta all’interno di una inespugnabile fortezza difesa proprio dal fiume.
La originale laguna scomparve; ne restò un lembo, ove attualmente è situato il teatro all’aperto intitolato a Gabriele D’Annunzio. Vi sorse una salinasfruttata fino agli inizi del secolo XIX°.
La Pineta, salvata in massima parte, dalla selvaggia invasione del cemento, ospita ora un frammento dell’ambiente primitivo che accolse i primi colonizzatori venuti dalla costa dalmata ricostruito fedelmente per testimoniare l’importanza del valore assoluto della natura e della sua conservazione.
All’interno del Parco della Pineta vi sono dei percorsi botanici dove si incontrano piante originali con i cartellini che indicano i loro nomi e le caratteristiche.
Il laghetto è alimentato dalle acque piovane e da piccoli ruscelli che si formato durante le piogge. Molte specie d’uccelli migratori si riposano nell’isola al centro del bacino e altre nidificano nella vegetazione circostante.
Questo parco viene visitato ogni giorno da migliaia di cittadini e quasi tutti i matrimoni che si celebrano nella zona dell’Area Metropolitana Chieti – Pescara, dopo la cerimonia religiosa o civile e prima di andare a pranzo, hanno come meta questo luogo incantevole per la foto ricordo degli sposi tra parenti e amici.

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Wednesday, June 28, 2006

UNA PERLA D’ABRUZZO – FRANCAVILLA AL MARE - Centro dell’Area Metropolitana CHIETI . PESCARA




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L’immagine di Francavilla al Mare vista da S. Silvestro
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Se volessimo stabilire il baricentro territoriale dell’aera METROPOLITANA CHIETI – PESCARA, dovremmo indubbiamente situarci su Francavilla a Mare, il punto dove si concentra l’interesse storico - culturale e turistico della costa adriatica abruzzese. Ormai tra questa brillante perla balneare e Pescara c’è una continuità urbana e non si avverte il passaggio da un comune all’altro e da una provincia all’altra, se non leggendo i cartelli stradali canonici.
Francavilla al Mare, pur confinando con il comune di Pescara, appartiene, infatti, alla provincia di Chieti. I servizi pubblici di trasporto urbano sono gestite dall’Azienda G.T.M (Gestione Trasporti Metropolitani) e tutte le linee che vi fanno capo sono integrate con quelle di Pescara.
Francavilla è una città relativamente giovane ma ha una storia abbastanza significativa nel periodo borbonico essendo stata capitale del circondario che comprendeva Pescara, S. Silvestro, Torrevecchia, Ripa Teatina, S. Giovanni Teatino ed altri municipi della zona a Sud Est di Chieti, capitale del Distretto dell’Abruzzo Citeriore.
Poi ci fu il glorioso periodo, fine ‘800, del Pittore Francesco Paolo Michetti che, insieme a Gabriele D’Annunzio e a Francesco Paolo Tosti, fondò il famoso Cenacolo: centro intellettuale e artistico che incise sulla produzione letteraria, pittorica e musicale dei tre personaggi a livello mondiale.
Tra le manifestazioni più significative ricordiamo: il "Carnevale d'Abruzzo", i festeggiamenti in onore del santo patrono della città, che si chiudono con spettacolari fuochi pirotecnici a mare la sera del
18 agosto, e i vari premi e concorsi nazionali quali il "Premio Michetti" per artisti emergenti, gli "Italian Web Awards" premio per i migliori realizzatori di siti internet, ed infine il "Premio Antonio Russo", creato in memoria dello scomparso giornalista italiano dove si premiano i giornalisti distintisi per i servizi in zone di guerra.
Il punto migliore per osservare il panorama della costa dell’AREA METROPOLITANA Chieti-Pescara è il Belvedere di S. Silvestro da dove si scorge verso Nord la riviera fino a Montesilvano e verso Sud quella incentrata su Francavilla al Mare. Per arrivarci basta salire sulla linae urbana n.7 della GTM in partenza dalla Staz. Centrale di Pescara ogni 20 minuti.
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La riviera Nord dell’Area Metropolitana Chieti Pescara vista da S. Silvestro


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